gestione delle risorse idriche e difesa del suolo




OBIETTIVI E FINALITA' DELL'ACCORDO

La necessità di far fronte alla domanda ed ai fabbisogni idrici non solo della Regione Basilicata ma anche della Regione Puglia e l’esigenza di assicurare la disponibilità di acqua nei periodi siccitosi, ha portato allo sviluppo, nell’ambito del territorio della regione Basilicata, di sistemi idrici complessi sia per le caratteristiche tecniche delle strutture e delle opere che li caratterizzano sia perché essi comportano ingenti trasferimenti di risorse tra regioni contermini e realtà fisiche differenti.
A tal fine sono state realizzate importanti opere di sbarramento di corsi d’acqua ed invasi artificiali destinati all’accumulo di risorse idriche da destinare al soddisfacimento dei fabbisogni idrici delle differenti categorie di utenze delle Regioni Basilicata e Puglia. Tale sistema di infrastrutture idrauliche, al centro del sistema idrico primario dell’Italia meridionale, è costituito da schemi idrici, tra i quali quelli che maggiormente coinvolgono gli interessi lucani e pugliesi sono: lo schema Jonico-Sinni e lo schema Basento-Bradano, con fonti di approvvigionamento localizzate all’interno del territorio della Regione Basilicata e dell’Autorità di Bacino della Basilicata, e lo Schema Ofanto, con fonti di approvvigionamento localizzate sia in territorio lucano che pugliese.

La realizzazione di un elevato numero di opere di sbarramento lungo i principali corsi d’acqua della Basilicata ha avuto significative conseguenze sul territorio di questa regione, quali:
1) sottrazione di territori per la creazione di grandi bacini di invaso;
2) fenomeni di arretramento delle coste metapontine dovuti alla variazione del trasporto solido, che hanno colpito aree ad alta vocazione turistica ed agricola con conseguenti ripercussioni sulle attività economiche;
3) problematiche idrogeologiche connesse alla realizzazione di grandi infrastrutture idriche, tra cui grandi invasi artificiali, in un territorio, che in relazione alle sue caratteristiche fisiche, è soggetto a movimenti franosi e ad alluvioni.

Appare evidente che in questo contesto risultava di primaria importanza l’individuazione di un sistema di concertazione tra la Regione Basilicata e la Regione Puglia per la regolamentazione dell’uso delle risorse idriche condivise, per la programmazione e gestione efficiente delle infrastrutture idriche, che tenesse in debito conto:
1) i fabbisogni per i diversi usi delle due regioni;
2) i costi sostenuti per la realizzazione delle opere di accumulo e di vettoriamento delle acque dalla Basilicata verso la Puglia oltre che i costi energetici per l’utilizzo della risorsa;
3) le esigenze delle comunità cui venivano sottratti territori per la realizzazione di importanti infrastrutture idriche;
4) le ripercussioni sul territorio lucano derivanti dalla presenza di ampi bacini di invaso o dalla realizzazione di altri grandi infrastrutture idrauliche.

L’accordo di Programma tra le Regioni Basilicata e Puglia si fonda sui seguenti principi:
- la risorsa acqua è un elemento indispensabile alla vita ed allo sviluppo economico, e va utilizzata in modo solidale e consapevole;
- la risorsa acqua è un bene sociale ma anche economico, per cui risulta necessario pervenire alla valutazione del valore della risorsa idrica tenuto conto dei costi di gestione e manutenzione delle infrastrutture idrauliche, dei costi per lo stoccaggio e vettoriamento della risorsa, da differenziare in base ai costi effettivi ed alla qualità delle acque addotte;
- è necessaria:
la razionalizzazione ed ottimizzazione dell’uso delle risorse idriche;
l’adozione di misure idonee alla tutela integrata quali-quantitativa delle risorse idriche ed alla tutela dei sistemi ambientali connessi ai corpi idrici superficiali e sotterranei;
la regolamentazione delle concessioni di derivazione al fine di salvaguardare il Minimo deflusso Vitale (DMV) dei corsi d’acqua e di preservare gli ecosistemi coinvolti;
il monitoraggio dei corpi idrici superficiali e sotterranei, delle criticità in essi riscontrate, degli usi della risorsa, al fine di preservare le caratteristiche quali-quantitative della risorsa stessa;
la riorganizzazione ed ottimizzazione dei soggetti preposti alla gestione dei sistemi di approvvigionamento, accumulo e distribuzione della risorsa idrica a livello statale, regionale e locale;
la razionalizzazione degli interventi di infrastrutturazione idraulica, assicurando priorità agli interventi di sistemazione delle opere esistenti e subordinando la possibilità di realizzazione di nuove opere ad interventi strategici valutati da appositi gruppi di lavoro.

Gli obiettivi principali dell’Accordo di Programma sono:
- la formazione del bilancio idrico condiviso tra le Regioni Puglia e Basilicata, compatibilmente con l’esigenza di assicurare le erogazioni idriche necessarie allo sviluppo sostenibile delle regioni proiettato all’anno 2015. L’Accordo di Programma definisce il bilancio idrico condiviso come somma dei bilanci idrici della Regione Basilicata e della Regione Puglia.
È stato definito il bilancio idrico su scala di bacino di competenza dell’Autorità di Bacino della Basilicata, mentre è in corso di definizione quello relativo ai bacini pugliesi;
- la definizione delle opere interconnesse di comune interesse delle due regioni destinate all’approvvigionamento primario. Con l’Accordo di Programma le regioni si impegnano: 1) ad individuare d’intesa le priorità di intervento nel settore della distribuzione d’acqua ad uso plurimo, il quadro delle infrastrutture idrauliche da realizzare o da completare; 2) a concorrere al pieno funzionamento delle opere esistenti;
- la messa in atto di strumenti di coordinamento permanenti, volti a sviluppare le azioni di programmazione, pianificazione e monitoraggio;
- l’individuazione di linee concordate tra i soggetti firmatari dell’Accordo di Programma per l’evoluzione della configurazione dei soggetti che si occupano dell’approvvigionamento idrico al momento della sottoscrizione dell’Accordo, prevedendo la creazione di tre nuove società per azioni: due per la gestione del servizio idrico in ciascuna regione (allo stato attuale Acquedotto Pugliese è il gestore del Servizio Idrico Integrato (S.I.I.) per la Regione Puglia e Acquedotto Lucano è il gestore del S.I.I. per la regione Basilicata ed uno per la gestione del sistema idrico primario comune (la Regione Basilicata ha costituito nel 2002 una società per azioni Acqua s.p.a., cui non sono ancora state trasferite le competenze sulla gestione degli invasi regionali ancora oggi gestiti dall’EIPLI e da alcuni consorzi di bonifica);
- la definizione di criteri ed indirizzi omogenei circa i fabbisogni irrigui, industriali ed idropotabili su cui attestare una valutazione il più possibile oggettiva delle necessità regionali;
- la determinazione dei costi di produzione dell’acqua all’ingrosso mediante l’individuazione di procedure e metodi condivisi per stabilire la tariffa di riferimento per il servizio di approvvigionamento primario ad uso plurimo e per il riequilibrio tra bacini ricchi di risorsa idrica e bacini con scarse risorse idriche ma con elevati fabbisogni della stessa;
- l’avvio di azioni di recupero, riuso e risparmio idrico nei diversi usi della risorsa;
- la tutela e salvaguardia degli acquiferi delle fasce joniche lucane e salentine riguardo ai fenomeni di arretramento costiero e di salinizzazione delle falde;
- l’individuazione delle misure e degli interventi necessari a consentire la piena utilizzazione degli impianti di accumulo ed adduzione esistenti oltre che a completare gli schemi idrici di riferimento;
- la verifica della fattibilità di nuovi apporti di risorse idriche e conseguenti trasferimenti;
- la definizione di procedure a priorità condivise dalle Regioni per far fronte ai periodi di crisi idrica sia ricorrenti sia eccezionali;
- la predisposizione, da parte delle Regioni, di piani e individuazione di misure per il risparmio idrico, quali: interventi di sistemazioni delle reti idriche e degli impianti, ad opera di ciascuna regione per la parte di competenza; interventi per la riduzione delle perdite e loro verifica; iniziative per la razionalizzazione ed ammodernamento dei sistemi irrigui; adozione di piani di irrigazione compatibili con la capacità d’uso dei suoli, con l’effettiva priorità di utilizzazione delle risorse idriche disponibili localmente, con le esigenze del mercato agricolo; verifica delle utilizzazioni industriali in atto e programmate e introduzione di sistemi di riciclo e riuso; installazione di contatori per la quantificazione degli usi di ogni singola utenza.